26 Novembre 2015

Catene muscolari: quali sono e come sono suddivise

Per catena muscolare si intende una consecuzione logica di muscoli capaci di effettuare movimenti complessi tramite l’utilizzo di infiniti schemi motori, tutti questi muscoli lavorano in sinergia per effettuare un determinato movimento.

Le catene muscolari possono, con semplici componenti, accumulare e mixare i loro effetti per poter rispondere alla compiutezza della coreografia del movimento. Per questo, bisogna che le catene muscolari siano libere da ogni problema di compenso statico, se non dovesse essere così, il movimento sarebbe una risultante che rispetta i problemi interni.

Catene muscolari

NB. Tutte le catene muscolari sono in relazione con il diaframma.

I muscoli prendono parte delle catene muscolari sono suddivisi in Supeficiali, gli Intermedi e i Profondi.

Il corpo deve assumere varie funzioni:

  • Stazione eretta;
  • Equilibrio;
  • Spostamento nello spazio;
  • Espressione attraverso gesti, parole, pensieri.

Catene muscolari: le diverse tipologie

Il bacino rappresenta il punto di incontro delle catene tra tronco e arti.

Le catene muscolari sono importanti nel gioco dell’omeostasi attraverso i buoni equilibri tra:

  • Elasticità muscolare;
  • Stabilità Viscerale;
  • Benessere Percettivo-Sensoriale.

Catene muscolari: catena retta anteriore (CRA)

Comprende tutto il tratto che va da D1 al sacro, essa è costituita da parti ossee e muscolari. Dal sacro la CRA continua nell’arto inferiore con la catena di flessione. Essa è anteriore a livello dell’anca e posteriore a livello del ginocchio, anteriore a livello della caviglia per poi unirsi a livello delle dita alla faccia plantare del piede andando a terminare sul calcagno.

L’attivazione della catena di flessione è sinonimo di problematiche viscerali. Se la sintomatologia non verrà curata nel breve tempo si assisterà all’attivazione anche delle catene di chiusura.

Il compito della CRA è quello di avvolgere il tronco ripiegandolo su se stesso.

Relè ossei:

  • Sterno;
  • Pube;
  • Sacro;
  • Osso ioide;
  • Mascellare inferiore.

Relè muscolari:

  • Retti dell’addome;
  • Muscoli Perineali;

Quando si parla di iper-programmazione della catena si indica una iper-attivazione della suuddetta.

Questa Iper-attivazione determina o può determinare problemi a livello lombare in particolar modo a livello di L5, facendo verificare a volte una protusione del disco. Questo perchè tendenzialmente il sacro nella iper-attivazione della CRA tende ad estendere portando in flessione le vertebre lombari aumentando lo spazio posteriore tra le vertebre favorendo così la protusione del disco.

Il sacro estende perchè il coccige si avvicina al pube (probabilmente dato dalla contrazione dei muscoli perineali).

La CRA viene definita catena di FLESSIONE o di ARROTOLAMENTO. L’azione dei retti con i muscoli perineali ha come conseguenza:

  • Avvicinamento del pube al torace;
  • Verticalizzazione del sacro;
  • Apertura delle ossa iliache;
  • Allargamento della parte laterale del torace;
  • Apertura della parte bassa del costato.

Molto importante è il ruolo del foro otturatorio (Membrana otturatoria), che ha il compito di timpanizzare l’aumento di pressione del piccolo bacino.

Quindi l’attivazione della CRA crea un aumento della pressione del piccolo bacino che ripercuotendosi sulla membrana otturatoria crea una contrazione del muscolo otturatore interno. La contrazione o per meglio dire la ipercontrazione di questo muscolo si ripercuote sull’anca. In definitiva, porta ad una maggiore contrazione dei muscoli extrarotatori.

La CRA è composta anche da CENTRI FIBROSI:

  • Perineo inferiormente;
  • Ombelico anteriormente;
  • Diaframma superiormente.

Questi centri fibrosi hanno una capacità contenitiva e sono molto importanti.

La LINEA ALBA anteriormente insieme ai retti aiuta a contenere la spinta della lordosi.(E’ da ricordare che i centri tendinei verticali sono sempre posizionati davanti alle lordosi, esempio linea alba davanti alla lordosi lombare, osso ioide davanti alla lordosi cervicale. Hanno il compito di raccordare le cifosi e di permettere maggiore mobilità. Le cifosi viceversa hanno il compito di proteggere, contenitivo).

Quindi in definitiva nelle lordosi troveremo delle compensazioni, mentre nelle cifosi sarà più facile trovare la PRIMARIETA’.

Muscoli che fanno parte della CRA:

  • A livello del collo:-Lungo del collo;-Piccolo retto anteriore;-Retto anteriore;-Piccolo retto laterale;
  • I restanti:-Temporale fascio medio;-Massetere;-Sternocleidomastoideo;-Scaleni;-Succlavio;-Sovra-Ioidei (genio ioideo, digastrico);-Tiro-Ioideo;-Sterno-Tiroideo;-Triangolare dello sterno;-Piccolo e Grande Pettorale;-Intercostali;-Ileopsoas.

Importante da sapere:

I muscoli TRAPEZIO INFERIORE, ROMBOIDE, SPLENIO DEL COLLO non fanno parte dei muscoli della CRA ma ne rappresentano i RELE’ posteriori. Il muscolo PSOAS rappresenta il RELE’ con l’arto

inferiore.

La catena di flessione a livello dell’arto inferiore determina:

  • Posteriorità osso iliaco;
  • Flessione dell’anca;
  • Flessione del ginocchio;
  • Flessione della caviglia;
  • Flessione della volta plantare;
  • Flessione delle dita (dita a martello).

Muscoli che fanno parte della catena di flessione (prosecuzione della CRA):

  • Ileo-Psoas;
  • Piccolo psoas;
  • Otturatori;
  • Semimembranoso;
  • Popliteo;
  • Gastrocnemi;
  • Flessore lungo delle dita;
  • Lombricali;
  • Quadrato plantare;
  • Flessore breve dell’alluce e del V dito.

La catena di flessione ha un compito attivo che si contrappone all’azione alla catena di estensione andando a dare maggiore stabilità a:

  • Anca;
  • Ginocchio;
  • Caviglia;
  • Dita.

Anca: L’estensione dell’anca provoca stiramentod el legamento di bertin e dell’ischio-femorale con conseguente attivazione dello Psoas conseguente allo stiramento del legamento di Bertin, e degli otturatori interno ed esterno conseguente allo stiramento del legamento ischio-femorale.

Ginocchio: L’estensione crea uno stiramento eccentrico del legamento crociato anteriore. La catena di flessione interviene attivamente per preservare l’integrita del LCA attivando il Semimembranoso e il Popliteo. Si ricorda anche che queste 2 strutture muscolari fungono da stabilizzatori attivi del ginocchio andando a formare il PAPI E PAPE. La stabilizzazione del ginocchio è data anche del gastrocnemio mediale e laterale che dfanno parte delle catene crociate ovvero di apertura e chiusura.

Caviglia: L’estensione della caviglia viene protetta dall’attivazione dei muscoli anteriori della suddetta. Per la stabilità laterale interverranno le catene di apertura e chiusura.

Dita: Durante l’estensione i muscoli flessori plantari preservano le dita.

Catena retta anteriore (CRA): come deprogrammarla

Usare la respirazione. Paziente prono (posizione sfinge). Inspirazione, il diaframma porta in flessione le lombari, i glutei fungono da estrattori del sacro e stabilizzano la regione lombare. In Espirazione spingere il torace verso il lettino in senso di apertura, non bisogna inarcare la regione lombare, portare il mento in retroversione, deve andare avanti e alto.

  • Valutare ed eventualmente normalizzare i diaframmi;
  • Valutare la respirazione globale del pz e rendo cosciente il suddetto sulla corretta respirazione;
  • Miotensiva a livello dei muscoli starter dell’iperprogrammazione;
  • Normalizzare gli eventuali RELE’ ossei;
  • Valutare e normalizzare del sacro;
  • Valutare e normalizzare  la sfera craniale;
  • Continuazione terapeutica (sfinge ed esercizi respiratori).

Catena retta posteriore (CRP)

Comprende tutto il tratto di colonna che va da D1 alla zona lombare. L’attivazione di questa catena viene attivata dalla flessione del tronco, quando i muscoli spinali della colonna si trovano stirati. Con una contrazione concentrica, i suddetti tendono a ristabilire la lordosi lombare, simulando la corda che tende un arco, rappresentato dalla colonna vertebrale lombare.

Per il raddrizzamento del corpo, fondamentale muscolo anteriore è il diaframma, posteriormente dai muscoli profondi del dorso.

L’autoraddrizzamento è dato principalmente dall’azione di 2 muscoli:

  • Spinale (mediale);
  • Semispinale (più esterno).

Lo spinale ha un’azione sinergica con il diaframma.

Mentre la colonna dorsale si raddrizza, il diaframma tira in avanti le vertebre mentre lo spinale blocca l’azione fatta dal diaframma sulle vertebre L1-L2 permettendo così di fissare la zona trazionata. Questo permette la stabilizzazione del tratto basso dorsale e alto lombare.

Per l’autoraddrizzamento agiscono altri fattori:

  • La regione aponeurotica interscapolare con azione tensiva;
  • Grazie alle pressioni interne e all’autoappoggio, si limita la caduta in avanti del corpo;
  • Lo sterno permette al corpo di autoappoggiarsi;
  • Gli addominali danno un appoggio sano al diaframma permettendogli così di non essere un sistema autoportante.

Quando queste funzioni sono rispettate si ha il miglior equilibrio e confort per la colonna vertebrale.

Quando vengono reclutati muscoli non adatti a mantenere la postura, quindi muscoli non posturali, ma fasici, un sintomo molto comune sarà la fatica seguita da una contrattura del muscolo in questione.

La CPR segue a livello degli arti inferiori con la catena di estensione.

Vari Relè:

  • Relè con la scapola: Trapezio (inf raddrizza regione lombare, medio raddrizza regione dorsale);
  • Relè con arto superiore: Grande dorsale, Grande rotondo;
  • Relè con la colonna cervicale: trasverso spinoso, splenio del collo;
  • Relè con la testa: splenio della testa;
  • Relè con arto inferiore: fasci grande gluteo.

Catena retta posteriore (CRP): allungamento

  • Allungare la CRP con insistenza sugli arti inferiori;
  • Eseguire RPG Souchard (Obiettivo del metodo è quello di allungare i muscoli della statica e i muscoli sospensori, accorciando nel contempo i muscoli della dinamica. Si lavora sull’accorciamento compensatorio in quanto “essere globali significa correggere tutto contemporaneamente. Solo la simultaneità delle correzioni permette di far emergere la causa”. Le diverse posture permettono di allungare tutte le catene muscolari irrigidite, associando tra loro le possibili combinazioni. La respirazione, soprattutto l’espirazione, riveste una grande importanza. Anche il respiro porta verso la consapevolezza che il movimentoè la vita).

Utile da sapere

  • Lo svolgimento addominale crea un aumento della lordosi lombare;
  • Il ripiegamento addominale diminuisce la lordosi lombare, flexum ginocchio.

Catena della statica

La catena della statica svolge un lavoro in economia e ha la funzione di guardiano attraverso la propriocezione per il mantenimento dell’equilibrio.

Essa ha poco a che fare con i muscoli, essa rappresenta tutto ciò che tiene unito il nostro corpo ed è rappresentata da:

  • Legamenti;
  • Aponevrosi;
  • Tessuto connettivo.

Livello Cranico:

  • Falce del cervello e del cervelletto;
  • Legamento cervicale posteriore;
  • Aponeurosi dorsale;
  • Aponeurosi del QDL;
  • Aponeurosi lombare che termina sulle creste iliache e si fonde con il periostio sacrale.

Livello Arti Inferiori: (Piano Superficiale e Profondo)

  • Piano profondo:-Grande e piccolo legamento ischiatico;-Guaina del Piramidale (Piriforme);-Guaine e connettivo interno degli Otturatori.
  • Piano superficiale:-Aponeurosi del Grande Gluteo;-Benderella di Maissat che rappresenta la struttura statica principale della coscia;-Perone (osso membranoso con funzione di sostegno della volta plantare);-Guaine e tendini dei muscoli peronieri;-Membrana interossea peroneo-tibiale;-Muscoli plantari (quadrato plantare e lombricali);-Aponeurosi plantare.

Livello del piede:

-Passa inferiormente con il legamento sottoplantare (punto dove termina la Catena della statica)

Tragitto della catena della statica

E’ da notare come l’equilibrio del corpo si basa su uno squilibrio anteriore. Infatti si nota che:

  • La linea di gravità cade davanti ai malleoli;
  • Il foro occipitale è leggermente anteriore rispetto all’asse della colonna, per cui i 2/3 della testa sono anteriori rispetto alla linea di gravità;

Quindi la linea di gravità ha questo tragitto:

  • Vertex cranico;
  • Anteriore al trago dell’orecchio;
  • Anteriore al corpo di C3 ed L3;
  • Segna il gran trocantere anteriormente al ginocchio;
  • Cade 2 cm anteriormente ai malleoli.

La catena della statica si trova posteriormente a livello DORSALE perchè il corpo tende a cadere in avanti in virtù del fatto che il capo ci guida nello spazio. Essa rimane posteriore fino al bacino. Già la forza peso inizia a dividersi a livello di L3 e inizia a seguire 2 vie differenti DX e SN (le vie sono totalmente divise a livello di L5) seguendo la linea della sacro-iliaca, linea innominata, sinfisi pubica, dopo di che scende lungo i femori. La catena della statica come la forza peso a livello di L5 prende 2 vie:

  • La via superficiale;
  • La via profonda.

Queste 2 vie presentano un arrivo comune IL GRAN TROCANTERE. Dal gran trocantere la catena da posteriore diventa LATERALE.

Il tensore della fascia lata ha una funzione molto importante. La forza peso tenderebbe ad aprire il Bacino, il tensore si oppone in senso statico, la sua funzione è anche di anti-varo sul ginocchio. La sua attività è coadiuvata anche da:

  • Aponeurosi del muscolo popliteo;
  • Membrana interossea tibio-peroneale;
  • Aponeurosi gastrocnemio mediale.

Il principale fattore della statica è costituito dalla relazione FASCE-PRESSIONI INTERNE.

Nella catena della statica i muscoli hanno un ruolo secondario perchè si discostano dal principio di economia e di confort, ci sarebbe troppo dispendio di energia. Questo è il motivo perchè non può esse confusa questa catena con la catena retta posteriore o di estensione.

Catena crociata anteriore

La catena crociata anteriore induce una torsione anteriore del tronco. Essa permette la torsione del tronco avvicinando la spalla destra e l’anca sinistra all’ombelico (nel caso si parli della catena crociata anteriore sinistra). Movimento che viene effettuato intorno ad un asse che unisce l’anca destra alla spalla sinistra (nel caso si parli di catena crociata anteriore sinistra). Il centro della torsione è rappresentato dall’inserzione dell’asse con la linea che unisce L3 all’ombelico. Le due catene anteriori, la destra e la sinistra, lavorano insieme per la chiusura del tronco. Singolarmente ogni catena crociata anteriore permette di effettuare movimenti di flessione e arrotolamento. Insieme, le 2 catene crociate anteriori, destra e sinistra, se vengono utilizzate su un piano statico, permettono di effettuare movimenti:

  • Chiusura;
  • Ripiegamento su se stessi;
  • Protezione (priorità all’io);
  • Il passato.

Le catene crociate sono costituite da piani muscolari che collegano la metà sinistra del tronco alla metà destra e viceversa. Queste fibre oblique hanno due apici o estremità: la spalla e l’anca opposta.

Essa comprende due strati muscolari:

  • Superficiale;
  • Profondo.

Questi due piani si ricollegano lungo la linea mediana anteriore e posteriore.

PRENDIAMO PER ESEMPIO LA CATENA CROCIATA ANTERIORE SINISTRA-DESTRA S/D (PARTENZA DA ILIACA SINISTRA).

A livello del tronco abbiamo:

  • Piano profondo:

-Piccolo obliquo sinistro;

  • Piano superficiale:

-Grande obliquo destro;

-Intercostali esterni destri;

-Piccolo dentato posterosuperiore destro.

Relè per il cingolo scapolare:

  • Bretella superiore:

-Triangolare dello sterno destro;

-Piccolo pettorale destro;

-Trapezio inferiore destro.

  • Bretella inferiore:

-Grande dentato destro;

-Romboide destro.

Relè per l’arto superiore:

  • Grande pettorale destro;
  • Grande rotondo destro;
  • Romboide destro.

Relè per la colonna cervicale:

  • Scaleni destri;
  • Splenio del collo sinistro.

Relè per la testa:

  • Succlavio destro;
  • SCOM destro;
  • Piccolo dentato posterosuperiore destro;
  • Splenio della testa sinistro;
  • trapezio superiore sinistro.

Relè per l’arto inferiore:

  • Piramidale dell’addome sinistro.

I muscoli trapezio (porzione inferiore), grande rotondo, romboide, splenio del collo e della testa, trapezio (porzione superiore), si mettono in continuazione, sul piano posteriore con i vari relè della suddetta catena.

Catena crociata posteriore

La catena crociata posteriore induce una torsione posteriore del tronco. Essa permette la torsione del tronco avvicinando la spalla sinistra e l’anca destra a L3 (nel caso si parli della catena crociata posteriore destra). Il centro della torsione è rappresentato dall’inserzione dell’asse con la linea che unisce L3 all’ombelico. Le due catene posteriori, la destra e la sinistra, lavorano insieme per l’apertura del tronco. Ogni catena crociata posteriore permette di effettuare movimenti di estensione e raddrizzamento. Insieme, le due catene crociate posteriori, permettono di effettuare movimenti:

  • Apertura;
  • Diffusione;
  • Dispersione delle forze interne;
  • Esteriorizzazione.

Le catene crociate sono costituite da piani muscolari che collegano la metà sinistra del tronco alla metà destra e viceversa. Queste fibre oblique hanno due apici o estremità: la spalla e l’anca opposta.

PRENDIAMO PER ESEMPIO LA CATENA CROCIATA POSTERIORE DESTRA-SINISTRA D/S (PARTENZA DALL’ILIACO DESTRO).

A livello del tronco abbiamo:

  • Piano destro:

-Fascio ileo-lombare destro della massa comune;

-Fibre ileo-lombari del quadrato dei lombi destro.

  • Piano sinistro:

-Fibre ileo-costali del quadrato dei lombi sinistro;

-Intercostali interni sinistri;

-Piccolo dentato postero-inferiore sinistro.

Relè per il cingolo scapolare sinistro:

  • Trapezio inferiore sinistro;
  • Piccolo pettorale sinistro;
  • Triangolare dello sterno sinistro.

 

Relè per l’arto superiore sinistro:

  • Grande dorsale sinistro;
  • Grande rotondo sinistro;
  • Grande pettorale sinistro.

Relè con la colonna cervicale;

  • Splenio del collo a sinistra;
  • Scaleni a sinistra.

Relè con la testa:

  • Splenio della testa sinistro;
  • SCOM sinistro;
  • Trapezio sinistro se la torsione posteriore è totale.

 

Relè con l’arto inferiore:

  • Grande gluteo destro, piano superficiale.

 

I muscoli piccolo pettorale, triangolare dello sterno, grande pettorale, scaleni e SCOM, si mettono in continuazione, sul piano anteriore, con i vari relè della suddetta catena.

 

Bibliografia:

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Autore: Angelo Terranova

Autore: Angelo Terranova

Osteopata, CEO e fondatore di OsteoLab. Sono sempre stato convinto che la problematica della persona debba essere approcciata in maniera integrata e olistica. Per tale motivo ho creato OsteoLab.

2 Commenti

  1. Fred

    Complimenti molto utile e bello

    Rispondi

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