31 Marzo 2017

Intestino crasso: caratteristiche e rapporti anatomici

L’intestino crasso o grande intestino è l’ultima parte del tubo digerente. Nasce a fondo cieco in corrispondenza della fossa iliaca di destra (cieco). Risale fino all’ipocondrio di destra con il colon ascendente. Qui abbiamo la prima flessura, si ripiega a sinistra, prosegue con il colon traverso fino  all’ipocondrio di sinistra dove abbiamo la seconda flessura, prosegue con il colon discendente, arriva fino alla regione iliaca di sinistra dove diventa più movimentato dal punto di vista morfologico, da qui prende il nome di colon ileopelvico o sigmoideo, piega ad S allungata e prosegue a livello della 3° vertebra sacrale con l’intestino retto (ultimo tratto del crasso).

Indice delle informazioni che troverai nell’articolo

L’intestino crasso presenta sostanziali differenze rispetto all’intestino tenue. Prima tra tutte è la circonferenza nettamente maggiore (circa 28cm di diametro nella sua porzione iniziale, 14cm a livello del tratto discendente, 17-19 nella porzione del colon ileopelvico fino all’ampolla rettale). La porzione terminale risulta molto strettaLa lunghezza dell’intestino crasso è di circa 1,8 m ed è circa un quarto la lunghezza dell’intestino tenue. La variazione della sua lunghezza, potrebbe alterare la sua funzione, di cui parleremo successivamente nell’articolo.

Morfologia dell’intestino crasso

Possiamo identificare una serie di pliche con andamento anulare che caratterizzano tutto il percorso del colon. Tutto l’aspetto sia esterno che interno assume una morfologia a sacchetti. Tali pliche vengono chiamate anche gibbosità. La parte interna corrispondente alle gibbosità, è rappresentata da importanti evaginazioni della parete, denominate tasche o haustra.

Cosa regola la formazione di queste anse e l’aspetto sacciforme? La riorganizzazione dello strato longitudinale che, mentre nel tenue è presente su tutta la sua superficie, nel crasso si organizza in 3 elementi. Le fibre lisce della tonaca muscolare si concentrano in 3 tenie (nastri) che determinano l’aspetto sacciforme dell’intestino. Le tenie a livello del tratto inferiore del colon pelvico variano la loro quantità e passano da 3 a 2. Il crasso risulta essere molto più fisso del tenue.

Funzione dell’intestino crasso

L’aspetto sacciforme dell’intestino è molto importare per la sua funzione. Infatti, parlando delle funzioni dell’intestino crasso, ci riferiamo alla sua capacità di impacchettamentoassorbimento dei liquidi, formazione delle feci.

Per impacchettamento si intende la compattazione del materiale fecale. Con l’assorbimento assistiamo al riassorbimento dei liquidi e, in parte, dei sali minerali. La risultante di questi due processi, sarà la formazione delle feci, pronte per essere espulse.

L’alterazione di una o più funzioni, potrebbe portare a situazioni che si discostano dalla normale fisiologia. Infatti, si potrebbe assistere a fenomeni diarroici (diarrea) o di stipsi (stitichezza). Se dovessi essere incinta, ti consiglio di approfondire e leggere l’articolo dedicato alla stitichezza in gravidanza e i suoi possibili rimedi.

Stipsi (stitichezza)

La stipsi, conosciuta nel gergo comune come stitichezza, può avere diverse genesi. Come sappiamo, la contrazione delle pareti muscolari dell’intestino hanno la funzione di creare la peristalsi, ovvero quei movimenti organizzati tali da permettere una progressione anterograda del materiale fecale. Purtroppo non è sempre così, infatti, la contrazione della muscolatura dell’intestino crasso, provoca anche una regressione del materiale fecale, aumentando la sua permanenza nella porzione dell’intestino cieco. L’eccessiva permanenza provoca un eccessivo riassorbimento di liquidi con conseguente secchezza delle feci che si verranno a formare.

Altra causa della stipsi è la ridotta tonicità muscolare, tale da non permettere un’adeguata peristalsi che porterà ad un’eccessiva permanenza del materiale fecale con conseguente eccessivo riassorbimento di liquidi.

Qualora volessi approfondire l’argomento, ti consiglio di lettere l’articolo sulla costipazione.

Diarrea

La diarrea è una condizione causata da un’alterata progressione del materiale fecale, situazione opposta a quella che si viene a creare in situazioni di stipsi. In questo caso la progressione, quindi la peristalsi, è talmente veloce, da non permettere il corretto riassorbimento dei liquidi. Spesso la causa della diarrea è psicosomatica (stress, ansia…), farmacologica (lassativi, antibiotici), irritativa (cibi avariati o malassorbimento).

Rapporti anatomici

  • Intestino Cieco: Fascia iliaca, guaina dei vasi iliaci esterni, muscolo psoas, legamento inguinale, nervo genito-femorale e femoro-cutaneo;
  • Colon ascendente: uretere destro, vasi spermatici o uteroovarici, anse intestinai, duodeno discendente, fegato.
  • Flessura epatica: Fegato, rene destro, diaframma, duodeno discendente;
  • Colon trasverso: Fegato, stomacomilza, rene destro, duodeno discendente, testa del pancreas, duodeno orizzontale, duodeno ascendente, digiunoileo, rene sinistro;
  • Flessura splenica: Stomaco, diaframma, milza;
  • Colon discendente: Rene sinistro, anse dell’intestino tenue;
  • Colon sigmoideo: Vasi iliaci esterni, muscolo psoas, digiuno, ileo, vescica;
  • Retto: Prostata (nell’uomo), uretra (nell’uomo), canale vaginale e utero (nella donna).

Vascolarizzazione

La componente arteriosa viene garantita dall’arteria mesenterica superiore e dall’arteria mesenterica inferiore.

Nello specifico:

  • Arteria mesenterica superiore: vascolarizza l’intestino cieco e appendice attraverso l’arteria ileocolica di destra, il colon ascendente e i 2/3 del colon trasverso tramite l’arteria ileocolica di destra e l’arteria ileocolica media o Arcata di Riolano;
  • Arteria mesenterica inferiore: vascolarizza 1/3 del colon trasverso, il colon discendente tramite l’arteria ileocolica di sinistra.

Il drenaggio venoso viene garantito da vene che seguono il decorso arterioso e fanno capo alle vene mesenteriche superiore ed inferiore, quindi tributarie della vena porta.

Innervazione

La componente simpatica è garantita dal plesso mesenterico superiore ed inferiore, dal plesso celiaco e ipogastrico inferiore. Il plesso mesenterico deriva dalla porzione toracica D5-D8 (grande splancnico). prima di raggiungere il sito di innervazione il nervo entra in rapporto con il plesso celiaco  per poi continuare tramite il plesso mesenterico superiore. Il plesso mesenterico inferiore è un plesso satellite che deriva dal plesso aortico-addominale. Il plesso ipogastrico inferiore deriva dall’ortosimpatico sacrale.

La componente parasimpatica è garantita dal nervo vago e dal plesso sacrale.

Il parasimpatico ed il simpatico entra in anastomosi con il plesso metasimpatico di Auerbach e Meissner. il parasimpatico attiva tale plesso, il simpatico lo inibisce.

  1. I nervi seguono l’arteria.Il plesso mesenterico superiore, andrà ad innervare le strutture vascolarizzate dall’arteria mesenterica superiore, così come il plesso mesenterico inferiore andrà ad innervare le strutture vascolarizzate dall’arteria mesenterica inferiore.

Retto

Ultimo tratto intestino, segue il sigma o colon pelvico e si apre all’esterno con l’ano. È possibile distinguerlo con una parte pelvica con l’ampolla rettale e una parte perineale con il canale anale.

Il limite è dato dall’inserzione del muscolo elevatore dell’ano. A livello dell’ampolla rettale troviamo una vera e propria mucosa. Nel passaggio attraverso l’inserzione del muscolo elevatore dell’ano, ovvero nella parte perineale l’epitelio diventa squamoso, cheratinizzato, prende un aspetto cutaneo. La conformazione suddetta è importante per permettere la resistenza del condotto al passaggio delle feci e anche alla difesa nei confronti dell’ambiente esterno. La cosa che caratterizza l’ampolla rettale sono i noduli di tessuto linfoide. Somigliano ai linfonodi ma sono diversi, ricevono la linfa e danno una risposta immunitaria, dopo la risposta, la linfa va avanti e rientra nel circolo sanguigno, per entrare nel circolo sanguigno, la linfa deve essere controllata quindi su una stessa zona, sono presenti diversi linfonodi che hanno il compito di controllare ripetutamente la linfa.

Le strutture che troviamo a livello dell’ampolla rettale sono tessuti linfoidi che però non presentano una capsula, presentano delle cripte dove non è presente l’epitelio tipico della zona e permette il rapporto diretto del nodulo linfatico con il lume dell’intestino. A questo livello vengono prodotte le IGA che si posizionano sull’epitelio, hanno la funzione di attaccare il patogeno a non permettergli di entrare attraverso l’epitelio, mentre i linfonodi del sistema linfatico secernono Linfociti B e T. Le IGA sono quelle secretorie, che troviamo nelle mucose, esse danno la protezione verso l’ambiente esterno. Esse vengono liberate anche nel latte materno. Le IGE sono quelle legate nell’allergia e le IGD sono presenti sulla membrana delle plasmacellule.

Le cellule di Langherans sono cellule che si trovano sull’epidermide che hanno un’azione fagocitaria nei confronti degli agenti patogeni, sono molto efficaci.

Al disotto dello strato mucoso abbiamo uno strato sotto-mucoso, esso cambia dal passaggio dall’ampolla al canale anale, cambia perchè cambiano i rapporti tra la tonaca mucosa e sottomucosa. Andando verso il canale rettale le 2 tonache diventano sempre più intime.

Anche la porzione muscolare cambia dall’ampolla al canale rettale. Nell’intestino sono presenti 2 strati muscolari, uno strato circolare e uno longitudinale ma discontinuo. Le erniazioni si hanno principalmente dove è presente un solo strato muscolare. A livello dell’ampolla abbiamo principalmente una muscolatura circolare, mentre passando dall’ampolla al canale rettale, la zona si arricchisce di fibre longitudinali (colonne rettali). Sotto questa zona abbiamo una ricchissima vascolarizzazione venosa (l’anello emorroidale) esso è abbastanza superficiale. Se le feci sono particolarmente solide possono portare a delle estroflessioni dell’anello venoso provocando le emorroidi. Il sangue si presenta di colore rosso vivo, non ossidato. Più grave è la presenza di sangue di colore marrone, nero, perchè indica che il sangue non deriva dalle emorroidi ma da una struttura superiore.

Vascolarizzazione del retto

Buona parte della vascolarizzazione del retto è data dall’arteria mesenterica inferiore e dall’arteria rettale media (collaterale dell’aorta) e da rami dell’arteria iliaca interna che vascolarizzano la parte inferiore. Il drenaggio è legato in buona parte all’intervento della vena mesenterica e in parte alla vena iliaca interna, il terzo inferiore del retto con le vene emorroidali inferiori e superiori e la vena sacrale media.

Innervazione del Retto

All’innervazione parasimpatica della muscolatura liscia corrisponde una innervazione volontaria sulle fibre striate data dal nervo Pudendo che fa parte del plesso sacrale. La contrazione sinergica della muscolatura liscia e della striata dello sfintere permettono la defecazione.

Valvola ileocecale

La valvola ileocecale è una specializzazione della tonaca muscolare che permette al tenue di aprirsi nel crasso a livello del fondo cieco. Essa è formata da due spesse pieghe che vanno a costituire il labbro superiore e il labbro inferiore. Tra le due labbra si delinea una fessura orizzontale chiamata orifizio ileocecale. Dalla conformazione delle labbra, la valvola permette un passaggio anterogrado dall’ileo al cieco e non viceversa anche se la maggiore incontinenza si presenta durante nel bambino.

Valvola ileoceale

Appendice

L’appendice è una piccola propagine cilindrica anche essa a fondo cieco che si apre nell’intestino crasso, 2-3 cm al di sotto della valvola ileocecale. È un organo linfoide con funzione immunitaria. Ha una lunghezza che varia dai 6 ai 10 cm e un diametro che varia dai 5 agli 8 mm. Essa è retro-colica, retro-cecale (maggior parte delle volte), o sub-cecale, o retro o pre-ileale. Sono tutte posizioni fisiologiche. Qualunque sia il suo orientamento, essa presenta sempre lo stesso sbocco cecale. Ha una funzione di controllo immunitario, ma questo tessuto va incontro ad involuzione, decresce con l’avanzare dell’età, perde il suo significato. Nell’involuzione subisce la modificazione l’orifizio che mette l’appendice in comunicazione con il crasso. Orifizio molto aperto nel bambino e quasi chiuso nell’anziano. L’orifizio dell’appendice, si trova tra le tre tenie. Quando si cambia alimentazione, la forza che devono esercitare le tenie è maggiore rispetto a quello che facevano durante l’infanzia, quindi contraendosi chiudono in parte l’orifizio.

Punto di McBurney

Il punto di McBurney è un punto di repere anatomico, utilizzato per individuare il punto di origine dell’appendice.  Corrisponde al primo terzo della linea che congiunge la spina iliaca superiore destra all’ombelico. Dividendo tale linea in 3 parti, tra la parte laterale e intermedia si troverà il punto di origine dell’appendice.

Punto di McBurney

Peritoneo

Il cieco e l’appendice sono rivestiti interamente dal peritoneo. Una volta avvolta l’appendice, il peritoneo si stacca dal suo margine mediale e da origine ad una lamina composta da due foglietti, il mesoappendice con forma triangolare a base superiore. La base si inserisce sulla faccia mediale del cieco e con il foglietto inferiore del mesentere. L’apice corrisponde all’apice dell’appendice stessa. La porzione libera dell’apice del mesoappendice è attraversata dall’arteria appendicolare. Nella donna, l’apice del mesoappendice, si continua con la plica peritoneale fino al margine superiore del legamento largo. Questo plica prende il nome di legamento appendicoovarico.

 

Bibliografia:

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Osteopata legnano Dott. Angelo Terranova

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Autore: Angelo Terranova

Autore: Angelo Terranova

Osteopata, CEO e fondatore di OsteoLab. Sono sempre stato convinto che la problematica della persona debba essere approcciata in maniera integrata e olistica. Per tale motivo ho creato OsteoLab.

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