14 Giugno 2016

Sistema nervoso parasimpatico: struttura e funzioni

Un questo breve articolo parleremo del sistema nervoso parasimpatico, sistema facente parte del sistema nervoso autonomo che si contrappone al sistema nervoso simpatico o ortosimpatico.

Indice delle informazioni che troverai nell’articolo

Sistema nervoso parasimpatico: introduzione

Il sistema nervoso parasimpatico ha sede esclusivamente a livello encefalico e sacrale e, a differenza della controparte rappresentata dal sistema nervoso ortosimpatico, non possiede nervi unicamente parasimpatici, bensì la componente neurovegetativa derivante da questo sistema è sempre inserita nella compagine dei nervi spinali,  nervi cranici o nervi sacrali essi siano. Possiede anch’esso strutture gangliari, situate, tuttavia, nelle parti terminali dei nervi che vicariano le fibre parasimpatiche o addirittura sulla parete degli organi bersaglio.

Il sistema parasimpatico è responsabile di tutte le reazione corporee involontarie che rispondono alle situazione di “riposo”, “recupero delle energie”, contrastando e bilanciando le azioni della sezione simpatica. Favorisce la digestione, l’assorbimento dei nutrienti per l’immagazzinamento delle energie, la defecazione e la minzione, gestendo funzionalità che rendono il sistema parasimpatico essenziale per la vita. Esso favorisce anche, parlando più in generale, la quiete, il riposo e il rilassamento, coadiuvando in tal modo a ristabilire l’equilibrio omeostatico del nostro corpo.

Il sistema nervoso parasimpatico viene, quindi, suddiviso di due componenti:

  • il Parasimpatico Encefalico;
  • il Parasimpatico Sacrale.
Sistema nervoso parasimpatico

Blausen.com staff (2014). “Medical gallery of Blausen Medical 2014”. WikiJournal of Medicine 1 (2). DOI:10.15347/wjm/2014.010. ISSN 2002-4436. – Opera propria, CC BY 3.0
Fontehttps://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28086442

Omeostasi

L’enciclopedia Treccani recita: “In biologia, l’attitudine propria dei viventi a mantenere intorno a un livello prefissato il valore di alcuni paramentri interni, disturbati di continuo da vari fattori esterni ed interni” (Vedi definizione completa qui). Il concetto di Omeostasi fa, dunque, riferimento ai meccanismi intrinseci del corpo umano finalizzati a ristabilire l’equilibrio interno. Dal punto di vista del sistema neurovegetativo, dopo un periodo di stress fisico e allerta, governato dal sistema simpatico, si deve instaurare un processo di rilassamento, governato invece dal sistema parasimpatico, che permette il recupero delle energie consumate e lo svolgimento di alcune funzioni vitali del nostro organismo.

Sistema parasimpatico encefalico

Il sistema efferente del sistema parasimpatico cranico trae origine da alcuni nuclei del tronco encefalico in particolare da:

Le fibre pre-gangliari che da essi nascono, corrono poi tra le fibre somatiche del nervo oculomotore (III), facciale (VII), glossofaringeo (IX), vago (X). Promuovono le secrezioni digestive (salivari, gastriche, biliari, enteriche e pancreatiche) e delle ghiandole nasali e lacrimali. Abbassano la frequenza cardiaca e inducono la broncocostrizione e la contrazione pupillare. Esaltano, infine, l’attività peristaltica di tutti gli organi dell’apparato digerente fino alla flessura sinistra del colon trasverso, che rappresenta il punto di confine tra intestino medio e intestino caudale, definito punto di Cannon-Bohm.

Nervo oculomotore

→ Le fibre viscerali effettrici dell’oculomotore (III), derivanti dal nucleo di Edinger-Westphall, giungono al ganglio ciliare , localizzato nel tessuto adiposo lasso in prossimità dell’apice dell’orbita tra nervo ottico (II) e il retto laterale dell’occhio, lateralmente all’arteria oftalmica, ad 1cm circa davanti all’estremità mediale della fessura orbitaria superiore (tra la grande e la piccola ala dell’osso sfenoidale); lì traggono sinapsi, dando origine a neuroni post-gangliari.

I nervi ciliari brevi, che dal ganglio ciliare si portano alla sclera, contengono sia fibre parasimpatiche, sia fibre sensitive, sia fibre ortosimpatiche post-gangliari, le quali giungono al ganglio sopracitato trasportate dal plesso perivascolare dell’arteria carotide interna (ganglio cervicale superiore), non traendo, pertanto, sinapsi. Si dirigono quindi al muscolo dilatatore della pupilla e si distribuiscono ai vasi sanguigni del bulbo oculare. La piccola quantità di fibre sensitive deriva, invece, dal nervo nasociliare (uno dei tre rami terminali del nervo oftalmico V3) e trasportano informazioni sensitive provenienti dalla cornea, dal corpo ciliare e dall’iride. Le fibre effettrici parasimpatiche raggiungono, quindi, i loro organi bersaglio:

  • il muscolo costrittore della pupilla, responsabile della miosi pupillare (diminuzione del diametro della pupilla);
  • il muscolo ciliare, la cui contrazione induce l’accomodazione del cristallino (messa a fuoco sulla retina di oggetti posti a distanza ravvicinata rispetto al punto remoto in un occhio emmetrope).
Nervo oculomotore

By Patrick J. Lynch, medical illustrator – Patrick J. Lynch, medical illustrator, CC BY 2.5
Fonte:https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1496665

Nervo intermedio di Wrisberg e Facciale

→ La porzione parasimpatica annessa al VII nervo cranico deriva dal nucleo pontino salivatore superiore e decorre nel nervo intermedio di Wrisberg. Raggiunge, dunque, il ganglio genicolato, situato nel primo ginocchio del canale del facciale nella rocca petrosa del temporale, punto in cui le due componenti (nervo intermedio e nervo facciale propriamente detto) del nervo facciale confluiscono l’una nell’altra.

A livello del suddetto ganglio, le fibre pre-gangliari parasimpatiche procedono perifericamente, in parte decorrendo nel nervo facciale appena costituitosi, in parte aggregandosi al nervo grande petroso superficiale, collaterale del facciale, che trae origine proprio dal ganglio genicolato.

In particolare:

  • Il nervo grande petroso superficiale riceve fibre pre-gangliari parasimpatiche derivanti dal nucleo muconasolacrimale (nucleo pontinopontino), responsabili della stimolazione delle ghiandole lacrimali, della mucosa delle cavità nasali e del palato. Lascia il canale del facciale, portandosi in fossa cranica media, dove è ricoperto dalla duramadre. A livello del forame stilo-mastoideo, il nervo grande petroso forma, insieme al piccolo nervo petroso di derivazione simpatica (plesso carotideo), il nervo vidiano (o nervo del canale pterigoideo). Esso raggiunge la fossa pterigopalatina (situata tra lamina laterale del processo pterigoideo dello sfenoide e l’osso palatino) e terminamette capo al ganglio sfenopalatino annesso al nervo mascellare (V2) e situato davanti al foro rotondo dello sfenoide. È considerato il ganglio parasimpatico periferico più voluminoso. Dopo aver contratto sinapsi, le fibre post-gangliari parasimpatiche, tramite un ramo gangliare, confluiscono nel nervo zigomatico e zigomaticotemporale (collaterali del nervo mascellare) per poi raggiungere la ghiandola lacrimale. Attraverso i rami nasali e palatini del nervo mascellare, invece, altre fibre post-gangliari parasimpatiche, dal ganglio, raggiungono le ghiandole della mucosa palatina e nasale.
  • Il nervo facciale raccoglie, d’altrocanto, fibre pre-gangliari derivanti dal nucleo salivatorio superiore del ponte e dirette, principalmente, alle ghiandole salivari.

Tali fibre raggiungono i loro organi bersaglio percorrendo, dapprima, la corda del timpano (ramo collaterale del nervo facciale), poi il nervo linguale, nervo in cui sono incastonati i rispettivi gangli sottomandibolare e sottolinguale. Dopo aver contratto sinapsi, le fibre post-gangliari parasimpatiche vanno a innervare le ghiandole sottomandibolari e sottolinguali, promuovendo la secrezione di saliva e modulandone la composizione. Essa deve, infatti, riuscire a proteggere e lubrificare il cavo orale, favorire la masticazione e la formazione del bolo alimentare, iniziare la digestione degli alimenti con la piccola quantità di enzimi in essa contenuti (secrezione scarsa e vischiosa determinata dall’ortosimpatico e secrezione acquosa, fluida e abbondante data, invece, dal parasimpatico).

Nervo Facciale

By Patrick J. Lynch, medical illustrator – Patrick J. Lynch, medical illustrator, CC BY 2.5
Fontehttps://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1498075

Nervo Glossofaringeo

→Al nervo glossofaringeo (IX) appartengono le fibre pre-gangliari parasimpatiche destinate alla ghiandola parotide e alle ghiandole salivari minori che traggono origine a livello del nucleo salivare inferiore del ponte.

Giunte a livello del ganglio petroso, ganglio inferiore del nervo posto in prossimità del foro giugulare, tali fibre si continuano nel nervo timpanico di Jacobson (collaterale del IX nervo cranico) e insieme ad esso percorrono la cassa timpanica, nella rocca petrosa, fino al punto in cui il nervo timpanico cambia nome, diventando nervo piccolo petroso superficiale. Fanno, dunque, nel tetto della fossa infratemporale, sinapsi nel ganglio otico, annesso al nervo mandibolare (V3), e assieme a rami di quest’ultimo, giungono, infine, alle ghiandole salivari minori linguali e faringee e alla parotide (tramite il nervo auricolo-temporale).

Ganglio otico

Nervo Vago

→ Molto più articolato è il parasimpatico annesso al nervo vago (X).

Questo nervo raccoglie, infatti, circa l’80 % di fibre parasimpatiche provenienti dai nuclei bulbari motore dorsale del vago e ambiguo, le quali poi si distribuiranno alla maggior parte dei visceri toracici e addominali. Le fibre pre-gangliari seguono, così, il decorso del nervo, discendendo nel torace e raggiungendo l’addome. Si dipartono da esso facendo sinapsi a livello di gangli posti in periferia, nelle vicinanze degli organi da innervare.

Guardiamo ora gli effetti del nervo vago sugli organi bersaglio:

  • Cuoreriduce frequenza cardiaca, la gittata e la velocità di trasmissione degli impulsi, diminuendo la quantità di sangue mandata in circolo e la pressione arteriosa;
  • Polmoni: induce costrizione dei bronchioli e bronchi (si riduce diametro) e aumenta secrezione delle ghiandole bronchiali;
  • Innerva la mucosa e la muscolatura liscia di quasi tutto l’apparato digerente (faringe, esogafo, stomaco, duodeno, digiuno, ileo, colon ascendente e colon trasverso fino al punto di Cannon-Bohm) stimolando la peristalsi e la secrezione delle ghiandole intercalate nelle tonache delle pareti dei vari organi;
  • Stomacostimola produzione di succo gastrico;
  • Cistifelleane induce la contrazione e, tramite l’inibizione dello sfintere di Oddi, l’emissione della bile nel duodeno;
  • Pancreasstimola secrezione di insulina da parte delle cellule di Langherans e del succo pancreatico dalla porzione esocrina;
  • Vasi polmonarivasodilatazione.

Parasimpatico sacrale

I neuroni pre-gangliari del parasimpatico sacrale originano dai corni laterali del segmento sacrale del midollo spinale e decorrono tra le fibre somatiche del 2°-3°-4° nervo spinale sacrale, distribuendosi, così, al plesso sacrale e al plesso pudendo. Alcuni nervi viscerali, che si dipartono dai nervi spinali, raggiungono i gangli posti in prossimità degli organi bersaglio indipendentemente, mentre altri raggiungono il plesso ipogastrico o il plesso pelvico, di competenza del sistema nervoso simpatico, e tramite le loro ramificazioni raggiungono gli agglomerati gangliari a loro destinati.

I neuroni post-gangliari controllano:

  • La muscolatura liscia e la mucosa dell’ultima porzione del colon trasverso (punto di Cannon-Bohm), il colon discendente, sigma e retto, stimolandone la peristalsi e la secrezione ghiandolare;
  • Contrazione del muscolo detrusore della vescica;
  • Inibizione degli sfinteri rettale e ureterale (defecazione e minzione);
  • Azione vasodilatatrice sui corpi cavernosi del pene e del clitoride.

 

Bibliografia:

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Autore: Angelo Terranova

Autore: Angelo Terranova

Osteopata, CEO e fondatore di OsteoLab. Sono sempre stato convinto che la problematica della persona debba essere approcciata in maniera integrata e olistica. Per tale motivo ho creato OsteoLab.

2 Commenti

  1. ANGELO

    E’ quindi plausibile, la comparsa di un acufene intermittente, se muovo il collo oppure la mandibola, sono in cura da un “celebrato” Gnatologo che ha fatto un bite…ma ho la sensazione, anzi la certeza che la situzione peggiori… Grazie. Angelo

    Rispondi
    • Angelo Terranova

      Salve Angelo. L’acufene è un sintomo di carattere multifattoriale. Le sue cause possono essere diverse, sta al professionista (medico od odontoiatra) fare diagnosi e riuscire a ricondurne la causa. Come ho già detto, è un sintomo che può derivare da diverse cause: patologie dell’orecchio, disfunzioni mandibolari, problematiche cervicali, alterazioni pressorie, traumi etc…
      Dopo questa breve premessa, cercando di rispondere alla sua domanda, data l’eziologia varia, potrebbe derivare anche da problemi cervicali o mandibolari. Il suo odontoiatra avrà sicuramente valutato il suo stato prima di decidere se fare un bite o no. Qualora non dovesse trovarsi bene con il bite, le consiglio di riferirlo al suo odontoiatra e trovare insieme una soluzione.
      Spero di aver risposto alla sua domanda e spero che riesca a risolvere il suo problema.
      Saluti

      Rispondi

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