La terapia sistemico-relazionale è caratterizzata da uno sguardo ampio sull’individuo: l’attenzione è posta infatti non soltanto al suo funzionamento individuale, ma anche al sistema di relazioni in cui è cresciuto e in cui vive nel presente.
Questo approccio affronta il problema presentato dal singolo, dalla coppia o dalla famiglia, ritenendolo connesso alla disfunzionalità delle relazioni, alla storia personale e familiare, alle dinamiche di interazione e comunicazione tipiche dei sistemi in cui gli individui sono inseriti.
Secondo il modello sistemico-relazionale l’individuo portatore del sintomo è l’espressione delle difficoltà e della sofferenza di tutto il sistema relazionale. Il terapeuta aiuterà il singolo o la famiglia a cogliere le disfunzionalità delle dinamiche relazionali alla luce della storia familiare, promuovendo l’accoglienza e l’ascolto reciproci, la comprensione dei bisogni dei singoli, migliori modalità di interazione e comunicazione, nuove strategie comportamentali. Il terapeuta accompagnerà all’individuazione delle risorse interne ed esterne all’individuo e al sistema, al fine di promuovere nuovi approcci al problema e alle situazioni della vita che si possono presentare in futuro.
Approccio sistemico relazione: come funziona
Il metodo sistemico-relazionale prevede che il terapeuta possa anche assegnare compiti tra una seduta e l’altra, così da mettere alla prova il sistema attraverso la sperimentazione di interazioni differenti. Il sistema infatti tende a mantenere un’omeostasi del proprio equilibrio, vale a dire che si stabilizza utilizzando alcune modalità di funzionamento e ruoli più o meno rigidi. Non sempre però queste modalità sono funzionali ed efficaci al benessere di tutti i membri della famiglia. Un cambiamento presuppone quindi il passaggio attraverso la sperimentazione di nuove modalità di azione, di interazione e di riflessione che non sempre il singolo, la coppia e la famiglia, riescono ad effettuare autonomamente. L’aiuto di uno psicoterapeuta consente di trovare spazio e modo per riflettere sulle problematiche e sperimentare nuove modalità di interazione ed espressione che possano consentire lo stabilizzarsi del sistema su un equilibrio diverso e maggiormente soddisfacente, ampliando le proprie possibilità e strategie per affrontare le difficoltà.
Fondamentale è anche lo sguardo trigenerazionale: attraverso strumenti quali il genogramma o interviste sulla storia delle famiglie di origine, si cerca di dare un senso al malessere attuale mettendolo in connessione con traumi, difficoltà o vicende complesse delle generazioni precedenti.
Quando il portatore del disagio è un bambino o un adolescente la terapia sistemico-relazionale prevede il coinvolgimento attivo dei genitori e di tutta la famiglia, al fine di coinvolgere tutti i membri nella risoluzione del problema, che, come abbiamo visto, è espressione della disfunzionalità di tutto il sistema.
Il modello sistemico-relazionale è particolarmente indicato anche in casi di crisi di coppia, separazioni, momenti di difficoltà nel ciclo di vita della famiglia.
Nella terapia sistemica individuale gli incontri prevedono sedute individuali, senza però escludere durante il percorso la possibilità di aperture a persone significative, sempre in accordo col paziente. L’individuo, pur essendo solo nella stanza di terapia, porta comunque con sé tutte le relazioni significative che animano la propria vita nel presente, nel passato e nell’ipotetico futuro. L’attenzione del terapeuta sarà pertanto non solo rivolta a emozioni, pensieri e vissuti legati alla dimensione individuale, ma anche alla dimensione relazionale ed interattiva del cliente. In alcuni casi tale tipo d’approccio si configura come naturale prosecuzione di un percorso familiare o di coppia, volta ad affrontare “nodi privati” che il paziente preferisce affrontare individualmente.
Nello specifico, in questo studio, vengono trattati con il metodo sistemico relazionale, le seguenti problematiche:
- Conflitti familiari;
- Difficoltà relazionali;
- Depressione;
- Ansia e attacchi di panico;
- Disagi del bambino e dell’adolescente;
- Difficoltà scolastiche o lavorative;
- Sostegno alla genitorialità;
- Crisi di coppia e separazione;
- Dipendenza affettiva;
- Disturbi alimentari;
- Disturbi dell’attaccamento;
- Disturbi psicosomatici;
- Eventi traumatici;
- Lutti;
- Difficoltà nella gravidanza e nel post partum;
- Momenti di difficoltà del ciclo di vita.