Legamenti larghi: tecniche di trattamento
Prima di effettuare una qualsiasi tecnica sull’utero o sulle strutture che si relazionano con esso, bisogna prendere in considerazione alcune cose:
Presa di contatto con l’utero: paziente in decubito supino. L’operatore si posiziona lateralmente al paziente. Posiziona la sua mano craniale al di sopra del pube. Si esegue una piccola compressione con il palmo della mano anteroposteriormente. Fatta la compressione si rilascia velocemente per ricevere la risposta dai tessuti. In base al periodo del ciclo della donna possiamo avere delle risposte diverse. Es. in fase premestruale, la risposta sarà più importante poiché, in tale fase, l’endometrio risulterà più inspessito, quindi un utero più grosso. Se l’utero dovesse presentarsi retroverso, non si avrà nessuna risposta perché l’utero non sarà presente sotto la mano dell’operatore, nel retroverso sarà più probabile la presenza del tenue nella zona presa in esame.
NB. Questo test non ci da delle informazioni tali da poter dire se l’utero è antiverso o retroverso.

By Marcus007 – [1], Public Domain.
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Legamenti larghi: valutazione e trattamento
Paziente in decubito supino. L’operatore si posiziona lateralmente al paziente. Posiziona la sua mano craniale e caudale longitudinalmente al corpo dell’utero. Una volta preso contatto con l’utero verranno effettuati dei movimenti di inclinazione dell’utero. Nell’inclinazione destra, si valuterà la tensione del legamento largo di sinistra e viceversa. Se si dovesse sentire maggiore resistenza nell’inclinazione destra, rispetto alla sinistra, saremo davanti ad un utero inclinato a sinistra, quindi l’inclinazione dell’utero sarà omolaterale al legamento largo maggiormente teso.
Tecnica esterna
Paziente in decubito supino. L’operatore si posiziona lateralmente al paziente, omolateralmente al legamento largo da trattare (legamento largo sinistro, operatore a sinistra). Si crea una flessione degli arti o dell’arto omolaterale al legamento, ma mano caudale andrà a posizionarsi sotto il cavo popliteo dell’arto flesso e la mano craniale prenderà contatto con l’utero e lo manterrà in posizione neutra eliminando l’inclinazione creata dal legamento largo retratto. È possibile lavorare il legamento largo in accorciamento ed in allungamento (a discrezione dell’operatore). Si farà punto fisso con la mano craniale e si mobilizzerà l’arto inferiore creando così un allungamento o accorciamento del legamento in questione. La tecnica sarà terminata quando l’operatore sentirà un diminuzione di tensione del legamento largo.
Tecnica interna
Paziente in decubito supino. L’operatore si posiziona lateralmente al paziente e controlateralmente al legamento largo da trattare (legamento largo sinistro, operatore a destra). Arti inferiori del paziente piegati. La mano craniale prende contatto esternamente con l’utero e lo spinge caudalmente verso la vagina, mantenendolo sempre in posizione neutra. Viene spinto caudalmente perché altrimenti, la mano caudale non riuscirebbe a prendere contatto con il fornice. Il dito della mano caudale viene inserito in vagina e prenderà contatto con il fornice laterale (omolaterale al legamento largo in tensione e quindi da trattare). Dopo aver preso contatto con il fornice, viene eseguita una vibrazione con direzione verso l’ombelico del paziente. La tecnica deve essere ripetuta per tre volte.
Bibliografia:
- Benedetto – P. Sismondi, Ginecologia e Ostetricia, Edizioni Minerva Medica;
- Anastasi – G. Balboni, Trattato di Anatomia umana, Edi-Ermes IV 10/2006;
- Appunti personali.
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