Disfunzione temporo-mandibolare
Quando si è davanti ad una disfunzione temporo-mandibolare, riconoscerla è fondamentale! Lo scopo di questo breve articolo, non è quello di essere capaci di diagnosticare la patologia, prerogativa che spetta al medico od odontoiatra, ma quello di riuscire a definire se la problematica riportata dal paziente sia di carattere esclusivamente odontoiatrico o no. Infatti, qui, mi rivolgo principalmente ai professionisti che potrebbero ritrovarsi come figure di contorno al lavoro odontoiatrico o medico che, in questa patologia risulta spesso integrato (1).
Indice delle informazioni che troverai nell’articolo
Disfunzione temporo-mandibolare: definizione
Ma cosa si intende per disfunzione temporo-mandibolare? Con DTM ci si riferisce a tutte le sindromi dolorose che colpiscono i muscoli masticatori e l’articolazione temporo-mandibolare (2). Molto generico? Purtroppo si, perché ad oggi, non sono ancora molto chiari i meccanismi fisiopatologici ed eziologici, poiché spesso sconosciuti (3).
La DTM è una patologia che richiede necessariamente delle cure e che il 3-7% della popolazione mondiale risulta esserne colpita almeno una volta nella vita. L’associazione American Academy of Orofacial Pain, stima che il 40-75% della popolazione presenta almeno un segno della malattia, ma solo il 33% riferisce almeno un dei sintomi della malattia. Inoltre, la presenza di segni e sintomi in altri distretti anatomici, indicano che l’approccio interdisciplinare e non esclusivamente odontoiatrico (1).
Il dolore si presenta maggiormente dopo la pubertà e nell’80% dei casi negli individui di sesso femminile (1).
In presenza di disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare, il paziente presenta dolore durante la masticazione e il dialogo. Il dolore può essere presente sull’articolazione o sui muscoli masticatori. In presenza di tale patologia, generalmente, il paziente, non ha giovamento dall’assunzione di farmaci analgesici (4).
Disfunzione temporomandibolare: quali sono le cause?
Ma quali sono le cause della disfunzione temporo-mandibolare? Le cause sono differenti, prima tra tutti è da ricercare nella malocclusione dentale, infatti, gran parte dei dolori temporo-mandibolari, sono riconducibili a una non adeguata occlusione, anche se comunque si parla sempre di una genesi multifattoriale (1,4).
Altra causa, anch’essa molto diffusa è l’abnorme tensione dei muscoli masticatori. La patologia che colpisce i muscoli masticatori, potrebbe risultare secondaria ad una malocclusione dentale, oppure a fattori psicologici che possono causare tale tensione. La situazione appena descritta, nella stragrande maggioranza dei casi, sovraccarica l’articolazione temporo-mandibolare causando o peggiorando la disfunzione stessa. Ma anche il bruxismo è una delle cause principali sindrome temporo-mandibolare.
Sono stati appena citate le cause più diffuse, ma non bisogna dimenticare che la sintomatologia dolorosa possa essere riconducibile anche ad alterazioni strutturali dell’articolazione stessa (es. artrosi) o degli elementi di cui ne fanno parte (rottura del menisco) (5).
Riportiamo inoltre, le concause che possono portare all’instaurarsi della disfunzione:
- Traumi diretti alla mandibola;
- Traumi al capo o alla colonna cervicale;
- Incidenti che causano un colpo di frusta.
Sindrome temporo-mandibolare: diagnosi
Fondamentale per la diagnosi della disfunzione temporo-mandibolare è un esame obiettivo molto accurato. Ovviamente da solo non basta per avere un quadro completo della patologia poiché l’esame obiettivo, seppur molto accurato, presenta dei limiti non potendo standardizzare i suoi criteri di valutazione. Il professionista, se si avvalesse soltanto dell’esame obiettivo, incorrerebbe in una possibile interpretazione errata (6). Affinché si riesca a valutare nella maniera corretta e diagnosticare il tipo di sindrome temporo-mandibolare, dopo l’esame obiettivo, il professionista (odontoiatra o medico), può richiedere l’esecuzione di ulteriori esami strumentali così da avere un quadro completo della situazione.
Gli esami che possono essere richiesti sono:
- Rx temporo-mandibolareper valutare la componente strutturale;
- TAC, esame più specifico che permette una ricostruzione 3d dell’articolazione. Utile per approfondire i risultati ricavati dall’Rx;
- RMNper la valutazione delle strutture molli e dei differenti componenti dell’articolazione (cartilagine, disco fibrocartilagineo, tessuto muscolare).
Sintomi
Il sintomo principale della disfunzione dell’ATM è rappresentato dal dolore, dolore durante la masticazione e la conversazione. Purtroppo non è l’unico, anzi, la sindrome dell’ATM presenta una sintomatologia variegata e spesso non localizzata sull’articolazione e quindi difficilmente correlabile.
Ma ormai, grazie alla presenza di diversi studi, oltre al dolore temporo-mandibolare, i sintomi più diffusi sono rappresentati da dolori muscolari che, se il dolore articolare è presente nel 30% dei casi, risultano di gran lunga più frequenti (73%). Questo giustifica anche la presenza della cefalea muscolotensiva nei pazienti affetti dal disordine dell’ATM (7). Nei bambini affetti da disordine temporo-mandibolare, invece, è stata riscontrata la presenza del torcicollo e globus symptom . Il globus symptom viene descritto come un senso di strozzamento, presenza di un nodo in gola (8).
Oltre ai sintomi riportati è possibile imbattersi in soggetti che presentano:
- Acufeni: la vicinanza anatomica dell’articolazione temporo-mandibolarecon l’orecchio potrebbe portare al verificarsi di tale sintomatologia. In questo caso, il lavoro interdisciplinare è obbligato. In problema deve essere indagato insieme all’Otorinolaringoiatra per escludere possibili implicazioni dell’orecchio;
- Vertigini: sempre la vicinanza dell’articolazione all’orecchio, potrebbe provocare delle sindromi vertiginose, per tale motivo è importantissimo inquadrare la patologia ed escluderne un’altra tramite l’aiuto dell’Otorinolaringoiatra;
- Dolori cervicali: esiste una connessione fasciale tra l’apparato stomatognatico (articolazione temporo-mandibolare) e colonna cervicale. La disfunzione dell’ATM, potrebbe portare a tensioni cervicali.
Trattamento disfunzione temporo-mandibolare
Bisogna fare una premessa. Quanto prima viene diagnosticata la presenza di un disturbo temporo-mandibolare, maggiori saranno le possibili scelte terapeutiche.
La terapia per la disfunzione temporo-mandibolare viene suddivisa in:
- Chirurgica;
- Non chirurgica.
La terapia chirurgica ha lo scopo di preservare la sinovia, il disco fibrocartilagine (menisco), ridurre il carico articolare, preservare la mobilità articolare, preservare la cartilagine. Esistono diverse tipologie di chirurgia:
- Mininvasiva;
- Artrocentesi: mediante artroscopia, trattamento leggermente invasivo;
- A cielo aperto: ultima scelta, generalmente usata nei casi di artrosidell’articolazione temporo-mandibolare (5).
La terapia non chirurgica si avvale invece di differenti terapie, manuali e non, che hanno lo scopo di riabilitare l’articolazione e consiste in:
- Trattamento ortodontico: in presenza di una malocclusioneo bruxismo, una volta inquadrata la problematica, la risoluzione potrebbe arrivare dall’uso di un bite ortodontico o di un apparecchio ortodontico;
- Trattamento osteopatico: a mio avviso importante nel coadiuvare il trattamento ortodontico, nei casi di presenza di malocclusioneo bruxismo ed essenziale nella valutazione e risoluzione delle tensioni dei muscoli masticatori, qualora ritenuti primari nella disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare. Il trattamento osteopatico non si fermerà soltanto nel valutazione e nel trattamento loco regionale, ma verranno dati anche degli esercizi per poter ristabilire o migliorare la mobilità dell’articolazione temporo mandibolare
- Mauro Malerba, Occlusione integrata, Youcanprint (24 febbraio 2017);
- Dworkin SF, LeResche L. Research diagnostic criteria for temporomandibular disorders: review, criteria, examinations and specifications, critique. J Craniomandib Disord 1992; 6: 301-55;
- Green S. Case presentation: resolution of an oral lesiona s a result of orofacial myofunctional therapy. Int J Orofacial Myology 2000; 26: 53-56;
- Bussone, G. Casucci, F. Frediani, Le cefalee: manuale teorico-pratico, Springer Verlag; 2008 edizione (18 ottobre 2007);
- Riccardo Ciancaglini, Gnatologia e dolori oro-facciali, Elsevier (1 dicembre 2007);
- Olívia dos Santos Silveira, Fernanda Cristina Santos Silva,Carlos Eduardo Neves de Almeida, Fabrício Mesquita Tuji, Paulo Isaias Seraidarian, Flávio Ricardo Manzi, Utilização da tomografia computadorizada para o diagnóstico da articulação temporomandibular, Use of CT for diagnosing temporomandibular joint, December 2014 DOI: 10.1590/1982-0216201418013;
- Osvaldo Sponzilli, Giovanni Francesco di Paolo, Marco Lombardozzi, il nuovo corpo e la mente, Edizioni Mediterranee (7 aprile 2016);
- Kirveskari P, Puhakka H., Effect of occlusal adjustment on globus symptom, J Prosthet Dent.1985 Dec;54(6):832-5.
Permettimi ma che la causa principale delle DTM sia la malocclusione è una sciocchezza; è UNA delle cause ( spesso soltanto concausale, essendo una disfnzione di origine multifattoriale ) e certamente tra le meno frequenti.
Salve, sono d’accordo con Lei che sia UNA delle cause e che la DTM sia una disfunzione di origine multifattoriale: occlusione, articolazione stessa, muscoli masticatori, fattori psicologici… Per quanto riguarda la frequenza, oltre ad aver domandato a professionisti del settore, questa specifica informazione è riportata nei testi citati in bibliografia (ho inserito la numerazione perché mancante in precedenza). Mi sono permesso di migliorare ancora la parte da Lei sottolineata sull’origine multifattoriale da me precedentemente sottintesa ma non riportata esplicitamente.