Descrizione anatomica dell’articolazione temporo-mandibolare
L’articolazione temporo-mandibolare è conosciuta anche con l’acronimo ATM. Tale acronimo deriva da quello inglese TMJ (Temporomandibular joint).
Indice delle informazioni che troverai nell’articolo
- Tipo di articolazione;
- Legamenti;
- Menisco;
- Innervazione;
- Vascolarizzazione;
- Muscoli masticatori;
- Meccanica articolare;
- Disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare.
Cos’è l’articolazione temporo-mandibolare?
Ma cos’è l’articolazione temporo-mandibolare? È l’articolazione più giovane del corpo umano. È una delle più complesse del nostro corpo, essa si compone di due capi ossei rappresentati dal condilo della mandibola a cui si contrappone la cavità gleinoidea dell’osso temporale. Complessa perché formata da tubercolo articolare, condilo, cavità glenoidea e disco fibrocartilagineo o menisco.
L’articolazione temporo-mandibolare è un ginglimo?
Essa fa parte della famiglia delle diartrosi e, anche se le superfici non hanno una forma di puleggia, per i suoi movimenti rotatori, si comporta come un ginglimo angolare. Tuttavia, dato che le se superfici sono rappresentate da una cavità gleinoidea con una forma ellissoidale e un condilo, siamo di fronte ad una articolazione della famiglia delle diartrosi della tipologia delle condiloartrosi.
Cosa sono i ginglimi? I ginglimi sono delle tipologie di articolazioni nelle quali le superfici dei due capi ossei, sono cilindriche. Una sarà convessa e l’altra concava. In base all’asse che si viene a creare tra i due capi ossei si parlerà di ginglimo angolare (asse perpendicolare) o ginglimo laterale (asse parallelo). Un esempio di ginglimo laterale invece è dato dall’articolazione radioulnare.
Particolarità dell’ATM
Ma non solo, viene definita anche articolazione con proprietà artrodiali poiché permette movimenti di traslazione (1). E’ una diartrosi doppia perché l’articolazione è divisa in due parti dalla presenza di un disco fibrocartilagineo (menisco). Entrando ancor più nello specifico, è un’articolazione a cerniera modificata. Normalmente le articolazioni a cerniera hanno la possibilità di muoversi su un solo piano, il loro movimento è molto simile a quello che viene a crearsi durante l’oscillazione di una porta. L’articolazione temporo-mandibolare viene definita a cerniera modificata perché permette i movimenti anche sugli altri piani dello spazio, infatti possiamo apprezzare oltre all’elevazione e alla depressione, anche movimenti di lateralità e di protrusione e retrazione dell’osso mandibolare (2).
Come nell’articolazione del ginocchio, è presente l’interposizione di un menisco che aiuta a migliorare la congruità delle due articolazioni e la divide in due cavità. L’articolazione, inoltre, è stabilizzata da legamenti e racchiusa da una capsula articolare. La funzione della capsula, oltre a mantenere lubrificata l’ATM, è la sede di molti recettori che informano sulla posizione nello spazio della mandibola e sulla tensione dell’articolazione stessa. La lubrificazione avviene grazie al movimento del condilo e del menisco. Durante l’avanzamento del menisco e discesa del condilo, la capsula articolare viene schiacciata nel suo davanti. Questo movimento stimola la lubrificazione del compartimento posteriore dell’articolazione. Nella chiusura, avviene il procedimento inverso (3).
Legamenti dell’articolazione temporo-mandibolare
I legamenti dell’articolazione temporomandibolare hanno la funzione di rafforzare la capsula articolare e di stabilizzare l’articolazione stessa. Essi sono rappresentati da:
- Legamento stilo-mandibolare: stabilizza l’articolazione, compreso tra il processo stiloideo del temporale e il margine posteriore dell’angolo e ramo della mandibola;
- Legamento temporo-mandibolare: ha la funzione di rafforzare la capsula articolare e si trova compreso tra il margine inferiore del processo zigomatico dell’osso temporale e la base del condilo mandibolare. Il legamento rimane teso durante la chiusura mandibolare e si detende leggermente nell’apertura;
- Legamento sfeno-mandibolare: stabilizza l’articolazione, unisce la spina sfenoidale alla lingula della mandibola. Tale legamento rimane pressoché sempre in tensione, sia in apertura che in chiusura mandibolare (3).
Menisco o disco fibrocartilagineo
Nella stragrande maggioranza delle articolazioni, la presenza del menisco ha la funzione di migliorare la superficie di contatto tra i due capi ossei migliorando così la loro congruità. Nel caso del menisco dell’ATM, oltre alla funzione appena citata, esso divide l’articolazione in due porzioni.
Il menisco viene suddiviso in due porzioni, una anteriore e posteriore. L’anteriore ha rapporti con il muscolo pterigoideo laterale o pterigoideo esterno, mentre la porzione posteriore con il freno meniscale, un tessuto altamente vascolarizzato e innervato, sede principale delle algie temporo-mandibolari, ovvero dei dolori temporo-mandibolari.
Innervazione temporo-mandibolare
L’articolazione temporo-mandibolare (ATM) riceve l’innervazione dal nervo che provvede all’innervazione dei muscoli masticatori, ovvero dal nervo trigemino.
Attenzione, l’innervazione è limitata soltanto ai tessuti associati all’articolazione, ovvero alla capsula articolare e alla porzione di tessuto connettivo lasso posteriore del menisco. Viceversa, i tessuti articolari e la porzione rigida/compatta del menisco, non risultano innervati.
Nello specifico, le strutture ricevono l’innervazione dai rami del V3 (nervo mandibolare del trigemino). Tali rami sono rappresentati dal nervo auricolotemporale e masseterino (4).
La capsula, il legamento temporomandibolare e i tessuti retroarticolari, possiedono meccanocettori e nocicettori. I meccanocettori sono fondamentali per la sensibilità propriocettiva contribuendo anche nel controllo posturale e della mobilità mandibolare, i nocicettori sono invece responsabili della trasmissione dolorifica dell’articolazione.
Vascolarizzazione dell’ATM
La vascolarizzazione dell’articolazione è garantita dall’arteria temporale superficiale, arteria mascellare interna e arteria meningea anteriore. Ognuno di questi vasi irrora una porzione differente dell’articolazione (4).
- Arteria temporale superficiale irrora la porzione posteriore;
- Arteria meningea media irrora la porzione superiore;
- Arteria mascellare interna irrora la porzione inferiore.
Muscoli masticatori
I muscoli masticatori sono bilaterali e sono rappresentati da quattro muscoli:
Muscolo temporale
Origina dalla linea temporale inferiore dell’osso parietale, dalla porzione superiore della fossa temporale, dalla porzione mediale dell’osso zigomatico, per terminare, tramite un robusto tendine sul processo coronoideo della mandibola. Leggi di più sui muscoli masticatori riportati nell’articolo sull’apparato stomatognatico.
Muscolo massetere
Il massetere è il muscolo più potente del nostro corpo. Risulta composto da una parte superficiale e una parte profonda. Origina dal margine inferiore dell’arcata zigomatica e si inserisce sulla faccia esterna dell’angolo della mandibola. Leggi di più sui muscoli masticatori riportati nell’articolo sull’apparato stomatognatico.
Muscolo pterigoideo interno
Origina dalla fossa pterigoidea, dal processo piramidale del palatino e dalla tuberosità mascellare e si inserisce alla tuberosità pterigoidea sulla faccia mediale dell’angolo e del ramo mandibolare. Leggi di più sui muscoli masticatori riportati nell’articolo sull’apparato stomatognatico.
Muscolo pterigoideo esterno
Il muscolo presenta due capi di origine. Il capo superiore origina dalla faccia infratemporale della grande ala dell’osso sfenoide. Il capo inferiore origina dalla lamina laterale del processo pterigoideo dell’osso sfenoide, dal processo piramidale dell’osso palatino e dalla tuberosità mascellare. I due capi si fondono in un unico ventre che si inserisce alla fossetta pterigoidea del collo del condilo della mandibola. Leggi di più sui muscoli masticatori riportati nell’articolo sull’apparato stomatognatico. (4)
Meccanica articolare
Il movimento dell’articolazione temporo-mandibolare è composto da una iniziale rotazione seguita da una traslazione del condilo mandibolare. Come però già specificato nelle particolarità dell’articolazione, il discorso è leggermente più complesso. In questo articolo parleremo solamente della meccanica articolare, quindi cosa succede, come si comporta il condilo mandibolare durante la normale apertura della bocca.
Il movimento complessivo è un rotoscivolamento. Infatti il movimento dell’articolazione è dato dalla risultante di rotazione e traslazione/scivolamento. La rotazione avviene lungo i 2 assi emimandibolari, movimento che avviene nella porzione inferiore dell’articolazione, ovvero quella compresa tra il margine inferiore del menisco e il condilo mandibolare. Per traslazione invece intendiamo lo spostamento della mandibola verso l’avanti e il basso, movimento che avviene nella porzione superiore dell’articolazione, ovvero, quella compresa tra il margine superiore del menisco e la cavità gleinoidea dell’osso temporale. Dalla posizione di neutralità (freewayspace), il menisco si sposta insieme al condilo, verso la posizione di apertura.
La gran parte dei movimenti dell’articolazione temporo-mandibolare sono composti e si sviluppano nei diversi piani dello spazio e sono rappresentati da:
- Discesa ed elevazione della mandibola;
- Lateralizzazione della mandibola a destra e sinistra;
- Avanzamento della mandibola (protrusione e retrusione).
<< Qualora volessi approfondire il discorso, ho preparato un articolo dedicato dove parlo singolarmente di tutti i movimenti dell’articolazione temporo-mandibolare. >>
Disfunzione temporo-mandibolare (DTM)
Cosa si intende per disfunzione temporo-mandibolare? Con DTM ci si riferisce a tutte le sindromi dolorose che colpiscono i muscoli masticatori e l’articolazione temporo-mandibolare (5). Molto generico? Purtroppo si, perché ad oggi, non sono ancora molto chiari i meccanismi fisiopatologici ed eziologici, poiché spesso sconosciuti (6).
<< Ma qualora volessi approfondire, puoi leggere l’articolo completo sulla disfunzione temporo-mandibolare. >>
- Mauro Malerba, Occlusione integrata, Youcanprint (24 febbraio 2017);
- Stephanie J. Simonson, Mary Beth Braun, Massoterapia. Chinesiologia, manovre e applicazioni terapeutiche. Ediz. Illustrat Edra, 1 edizione (10 ottobre 2015)
- Appunti personali (esperienza personale)
- Gray – Drake, Anatomia del Gray, Elsevier Masson 2009;
- Dworkin SF, LeResche L. Research diagnostic criteria for temporomandibular disorders: review, criteria, examinations and specifications, critique. J Craniomandib Disord 1992; 6: 301-55;
- Green S. Case presentation: resolution of an oral lesiona s a result of orofacial myofunctional therapy. Int J Orofacial Myology 2000; 26: 53-56;
Salve io ad aprile 2019 ho estratto un dente del giudizio inferiore dopo 5 minuti ho avvertito un forte dolore all emiarcata superiore è ho sentito un forte scricchiolio da tanto questo dolore non si è tolto è passato un anno ho dolore alla mandibola alla testa e all occhio al viso solo al lato sinistro dove è avvenuta l estrazione è un dolore continuo a volte è pulsante e si sposta in queste zone preciso che il dolore l ho tutti i giorni a volte e meno forte e a volte non ce l ho sono stato da neurologi e neurochirurgo mi,hanno escluso il nervo trigemino dopo 9 mesi di cura ho assunto mediciinali per niente ora sto assumendo il sirdalud da 40 mg ma niente il dolore ce sempre volevo sapere se a procarmi questo problema sia stato in errore del dentista e a xhi,mi devo rivolgere e se posso guarire poiché la,mia vita da,un,anno è cambiata totalmente grazie
Salve Maurizio, purtroppo quanto da lei scritto esula dalle mie competenze. Se i medici, dopo averla visitata, dicono che non è un problema del trigemino, allora non è un problema del trigemino. Quello che posso fare è lasciare il suo commento sperando che qualcuno del settore (medico, odontoiatra), possa darle maggiori informazioni a riguardo, ricordandole comunque che, dare una risposta online senza una visita specialistica e di persona, risulterebbe molto approssimativa. Le auguro una buona giornata e spero che riesca a risolvere il suo problema, o che qualcuno riesca a darle consigli più appropriati tramite questo post.
Buonasera,
da sempre mi accorgo di essere con la mandibola, in tensione, serro la mandibola,poi me ne accorgo e la allento.
Soprattutto il massentere di sinistra lo avverto piu in tensione tant’è vero che se provo a tenere le mani su entrambi i massenteri ed apro e chiudo la bocca mi accorgo che il massentere di sinistra si gonfia prima di quello di destra ed e’ come se fosse piu sviluppato dell’altro. mi pare di avere un precontatto su un molare inferiore sempre da questo lato ma il dentista sostiene di no…boh,vedremo.
Dulcis in fundo da circa 20 mesi mi e’ venuta fuori una tumefazione,sempre da questo lato,zona retroauricolare, zona mastoide, pare sia appoggiata proprio sullo sternomastocleideo all’intersezione con il mastoide,proprio nell’incavo dell’orecchio. Non capisco se e’ un linfonodo, una cisti,una tumefazione o altro…. sempre da questo lato avverto una contrattura un torciollo. Chiedo..puo’ essere un problema di articolazione tempo mandibolare,di contrattura a provocare questa tumefazione(sembra un oliva di media dimensione sottopelle)? o devo fare un ecografia delle parotidi?Grazie
Salve Francesco. Sul precontatto, se il suo dentista afferma che non ci sia, probabilmente il problema dovrà essere ricercato da qualche altra parte. A volte lo sviluppo di un massetere rispetto all’altro può essere dovuto anche a delle abitudini errate (masticare sempre dallo stesso lato, masticare il chewing gum prediligendo sempre un lato, oppure la mancanza di elementi su un’emiarcata così da costringerla a masticare dal lato opposto)… Riguardo alla tumefazione dovrebbe chiedere, se non lo ha ancora fatto, sempre al suo dentista o, in alternativa, al suo medico di base. In questo modo, dopo un attento esame obiettivo, i dottori potranno indirizzarla all’esecuzione o no di un eventuale esame.
Spero che riesca ad avere una risposta esaustiva dopo aver posto il problema a chi la sta seguendo.
salve
mia moglie da qualche anno masticando sentiva il click temporo mandibolare e aveva dolori alla cervicale e alla schiena,ci siamo rivolti ad un osteopata il quale ci ha detto che il tutto dipendeva dalla cattiva occlusione dentale.Con il passare del tempo ha iniziato a sentire dolore alla mandibola.Ci siamo rivolti a un dentista il quale facendo una scansione 3d delle arcate dentali ci ha fatto notare che i molari superiori no si toccavano con i molari inferiori
poi hanno fatto una scansione in movimento con ITAKA di IDI EVOLUTION e quindi con questo software le protesi in zirconio correggendo l’altezza dei molari,dicendo che in questo modo i dolori alla mandibola si sarebbero ridotti fino alla scomparsa
purtroppo dopo più di 8 mesi i dolori stanno aumentando al punto che non riesce più a masticare
adesso ci hanno consigliato di mettere un bite (Placca di michigan) e che deve portarlo per sempre
mi chiedo:le protesi realizzate con il sistema itaka non dovevano evitare l’utilizzo del bite,forse c’è stato quelche errore nella loro realizzazione?
non so più che cosa fare
Salve Giovanni,
mi dispiace molto per i problemi riscontrati da sua moglie. Riguardo al lavoro fatto dall’odontoiatra, non ho esperienza con il sistema di cui mi scrive e, non essendo prettamente il mio campo, mi risulta difficile risponderle. I dolori possono dipendere esclusivamente da un problema occlusale, oppure no. Queste risposte può darle soltanto l’odontoiatra che ha eseguito il lavoro insieme all’osteopata che l’ha vista.
Spero che riesca a risolvere.